lunedì 29 maggio 2017

I FRATELLI CERVI

I FRATELLI  CERVI

Sono moltissimi gli eroi della resistenza italiana che hanno lottato senza esitazione e senza rimpianto per liberare il proprio paese dalla dittatura.
In Emilia parlare di resistenza vuol dire parlare dei sette fratelli Cervi e del loro papà Alcide. La brutalità  della loro cattura e della loro esecuzione nel 28 dicembre del 1948.
Qui il link ad una puntata della trasmissione La storia siamo noi sui sette fratelli.
I loro nomi: Aldo, Gelindo, Ferdinando, Ovidio, Antenore, Agostino, Ettore.


La loro memoria è viva,  il padre, che non è stato giustiziato, ha mantenuto viva la loro memoria e numerosi sono stati i componimenti a loro dedicati; qui trovate  di seguito una lirica di Quasimodo, i versi di P. Calamandrei e una canzone dei Modena City Ramblers.



SETTE FRATELLI, MODENA CITY RAMBLERS

FRATELLI CERVI, da La storia siamo noi.




Salvatore Quasimodo
"Ai fratelli Cervi, alla loro Italia"
In tutta la terra ridono uomini vili,
principi, poeti, che ripetono il mondo
in sogni, saggi di malizia e ladri
di sapienza. Anche nella mia patria ridono
sulla pietà, sul cuore paziente, la solitaria
malinconia dei poveri. E la mia terra è bella
d’uomini e d’alberi, di martirio, di figure
di pietra e di colore, d’antiche meditazioni.
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Gli stranieri vi battono con dita di mercanti
il petto dei santi, le reliquie d’amore,
bevono vino e incenso alla forte luna
delle rive, su chitarre di re accordano
canti di vulcani. Da anni e anni
vi entrano in armi, scivolano dalle valli
lungo le pianure con gli animali e i fiumi.
+++
Nella notte dolcissima Polifemo piange
qui ancora il suo occhio spento dal navigante
dell’isola lontana. E il ramo d’ulivo è sempre ardente.
Anche qui dividono in sogni la natura,
vestono la morte, e ridono, i nemici
familiari,. Alcuni erano con me nel tempo
dei versi d’amore e solitudine, nei confusi
dolori di lente macine e lacrime.
+++
Nel mio cuore e finì la loro storia
quando caddero gli alberi e le mura
tra furie e lamenti fraterni nella città lombarda.
Ma io scrivo ancora parole d’amore,
e anche questa terra è una lettera d’amore
alla mia terra. Scrivo ai fratelli Cervi,
non alle sette stelle dell’Orsa: ai sette emiliani
dei campi. Avevano nel cuore pochi libri,
morirono tirando dadi d’amore nel silenzio.
+++
Non sapevano soldati, filosofi, poeti,
di questo umanesimo di razza contadina.
L’amore, la morte, in una fossa di nebbia appena fonda.
Ogni terra vorrebbe i vostri nomi di forza, di pudore,
non per memoria, ma per i giorni che strisciano
tardi di storia, rapidi di macchine di sangue.
4 dicembre 1955


PIERO CALAMANDREI – EPIGRAFE ALLA MADRE

Quando la sera tornavano dai campi
Sette figli ed otto col padre
Il suo sorriso attendeva sull’uscio
per annunciare che il desco era pronto.
Ma quando in un unico sparo
caddero in sette dinanzi a quel muro
la madre disse
non vi rimprovero o figli
d’avermi dato tanto dolore
l’avete fatto per un’idea
perché mai più nel mondo altre madri
debban soffrire la stessa mia pena.
Ma che ci faccio qui sulla soglia
se più la sera non tornerete.
Il padre è forte e rincuora i nipoti
Dopo un raccolto ne viene un altro
ma io sono soltanto una mamma
o figli cari
vengo con voi.